The Dolomiti Open Museum

Un rifugio in forma di borgo nelle Dolomiti venete

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Non è frequente progettare degli edifici a quasi 2.000 metri di quota.

Soprattutto se non si tratta solamente di progettare un rifugio, ma un luogo dove incontrarsi anche la sera, per mangiare guardando le montagne circostanti, sostare in un bar enoteca, fare “shopping” in piccoli negozi specializzati, attraversare un “museo del gelato” che caratterizza l’economia della Val Zoldana.

Il notevole carico della neve sui tetti, la necessità di spalarla dal tetto e di proteggere scale e rampe dagli agenti atmosferici, i 30/40° di differenza tra la temperatura all’interno e l’esterno degli edifici posti a quote simili nel periodo invernale, sono i fattori principali che governano il gioco delle forme e delle architetture di montagna.

Si genera perciò una complessità compositiva che avvicina il nuovo rifugio del Pian del Crep ad un “borgo”, risultato più vicino ad un insieme “urbano” di edifici piuttosto che una soluzione unitaria.

Non è una scelta ideologica ma un ragionamento sulla copertura, sulle pendenze del terreno, sugli accessi, sulle visuali.

Le strepitose montagne dolomitiche creano una scenografia perfetta per il nuovo rifugio, con esse il progetto si arricchisce di luoghi privilegiati: il monte Pelmo ed il monte Civetta, la Moiazza e la vista sulla parte terminale della Val Zoldana con l’abitato storico di Coi, le famose cime del gruppo della Schiara.

Come in un borgo storico, un luogo centrale privilegiato, articolato su più livelli, è il cuore del progetto: una copertura articolata copre una piazza, luogo di incontro per piccoli concerti dal vivo, per sostare e ristorarsi.

Una passerella in cortain sospesa al centro della piazza si lancia a sbalzo in una vista a 200° sulla splendida cornice dolomitica. È l’apice di un percorso che si affianca alle pendici del colle, sale tra pareti di roccia e arriva sulla cima del Crep.

Da qui si può vedere la copertura in legno e metallo del nuovo rifugio: articolata secondo diverse pendenze e inclinazioni sembra vibrare sotto la luce del sole, gioca tra ombre e piani di luce, raccoglie, sotto un unico e complesso sistema di capriate, i due ristoranti, aperti anche nelle ore serali, i negozi, bar, scuole da sci e spazi di servizio. Grandi solarium escono invece liberi dalla copertura per godere dei caldi raggi solari durante tutto l’arco della giornata, ammirando le cime dolomitiche della Val Zoldana.

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