Dolomiti Open Museum
Il futuro delle Dolomiti tra Pelmo e Civetta
Pelmo e Civetta, le due montagne che racchiudono la Val di Zoldo, sono parte del patrimonio Unesco delle Dolomiti.
Il Pelmo è la prima montagna dolomitica ad essere stata scalata nel 1841 dell’irlandese Bἄll, il primo presidente dell’Alpine Club inglese. Il Civetta, con la sua parete a picco di 1000 metri è la montagna dove si afferma il sesto grado.
Un luogo dove il passato, ha bisogno di rilanciare il proprio futuro, con un turismo diverso, che riscopra l’ambiente, il paesaggio e il benessere.
Il turismo di qualità chiede infatti sempre più un’esperienza totale nella natura, anche solo per pochi giorni. Un luogo pedonale, senza auto. Dove è possibile ritemprarsi con l’attività fisica per poi rilassarsi in bagni termali immersi nel paesaggio. Dormire infine tra le chiome degli abeti e dei larici, a 1500 metri di quota, nel bianco della neve, in suite di qualità da dove è possibile uscire direttamente nelle piste con gli scii ai piedi.
La porta sud delle Dolomiti.
L’area dei “Colonnelli” a Pala Favera, tra Pelmo e Civetta, è in tal senso il posto ideale: l’area delle Dolomiti più vicina ad un aeroporto internazionale. E’ infatti raggiungibile in solo 1 ora e 40 minuti dall’aeroporto Marco Polo di Venezia. E si è così inseriti nel carosello sciistico più esteso delle alpi, lo Skipass Dolomiti.
Nel miglior turismo invernale, anche se l’Italia è il paese che meno ha investito su di esso, con un’inevitabile obsolescenza dell’offerta ricettiva e delle infrastrutture.
E’ quindi fondamentale riprogettare i luoghi del turismo, nella consapevolezza che il rispetto, la valorizzazione dell’ambiente e la sostenibilità degli interventi è l’unica linea possibile di sviluppo.
Un’esperienza autentica nelle Dolomiti.
L’offerta turistica dell’ultimo ventennio ha creato un turismo “globalizzato”, che tende ad appiattire, ad unificare i territori e le città, trasformandoli in “gadget” commerciali, in cartoline massificate. Questo tipo di offerta non basta più, il nuovo turista richiede sempre più di ritrovare un’esperienza autentica alla riscoperta della natura.
Per far questo ci vuole una strategia di ampio respiro con un progetto che comprende:
– Cinque alberghi progettati seguendo i caratteri e gli andamenti dei luoghi, dove l’architettura nasce dal terreno, dai suoi dislivelli, e consente agli utenti di dormire tra le chiome degli abeti, godendo dalla camera le vette del Pelmo e del Civetta.
– Un centro wellness a disposizione dei turisti e di un pubblico esterno, aperto sul paesaggio e immerso nel bosco.
– Una slittovia, ricordo dei primi passi dello sci di massa, che attraversa tutta l’area, consentendo agli ospiti di raggiungere le tre stazioni di sosta, dove partono i percorsi pedonali per i vari alberghi.
– La slittovia congiunge inoltre due “nuovi borghi” che raccontano la cultura materiale e costruttiva delle Dolomiti attraverso delle architetture contemporanee.
Le architetture, progettate dai più noti architetti contemporanei, nell’insieme dei due borghi diventano così un “manifesto” dell’architettura alpina in scala reale, unico nel suo genere.
A piedi nel bosco
Un’area di 12 ettari, in gran parte a bosco, adiacente alle piste del “Civetta, dello skipass Dolomiti. Di proprietà dei “Colonnelli”, un “Consorzio regoliero” nato nel sedicesimo secolo con uno statuto rivisto nel 1989.
Una proprietà collettiva, a cui partecipano solo i capofamiglia della popolazione dell’alta Valle di Zoldo. Un modo per riflettere assieme sul futuro dell’ambiente in cui vivono, in modo sostenibile, utilizzando al meglio le risorse ambiente e turismo.
Uno spazio quindi dove non devono esserci ad esempio le auto, che vanno isolate in un parcheggio coperto che sfiora in punta di piedi il terreno, ci si appoggia: lasciando intravedere le fiancate erbose e i cespugli che delimitano una incisione naturale del terreno, dove un parcheggio in acciaio può ospitare le auto dei visitatori.
All’uscita la fermata della slittovia che collega i due borghi e, con le fermate intermedie per raggiungere a piedi gli alberghi o il centro benessere.
All’interno ci si muove solo a piedi o utilizzando solo veicoli elettrici di servizio.
Una slittovia come quelle di un tempo.
Un impianto a fune, da riproporre le prime slittovie che nascono negli anni Trenta e che sono il primo passo per rendere appetibile la discesa con gli scii sulla neve, ad un ampio pubblico.
Un modo per offrire al turista un’immersione totale nella natura. Un modo per rendere giocoso ed emozionante un trasporto collettivo sulla neve. Un modo per far conoscere alle nuove generazioni gli albori di questo sport.
Il racconto delle Dolomiti
Il Pelmo e il Civetta appartengono alla storia importante delle Dolomiti, patrimonio dell’Unesco.
Il racconto delle loro vicende e dell’ambiente dolomitico diventa quindi parte integrante del soggiorno.
Il racconto delle Dolomiti, dei suoi paesaggi e delle sue genti si sviluppa lungo un anello pedonale con sei percorsi tematici che collegano tra loro le unità alberghiere e i due borghi. Percorsi funzionali, in parte coperti, che illustrano e incuriosiscono gli ospiti sulla storia geologica delle Dolomiti, mostrando i fossili di fauna e flora marina ancora rintracciabili nella pietra Dolomia, oppure le orme dei dinosauri impresse in alcuni massi del Pelmo. A cui si può aggiungere il racconto delle antiche miniere di ferro e bauxite o la descrizione dell’immensa varietà di piante, arbusti e fiori.
Quattro percorsi coperti raccontano: la terra e l’acqua delle Dolomiti, il mondo ladino, l’alpinismo e le cattedrali di roccia, il regno dei fossili e dei minerali.
I due percorsi all’aria aperta: le essenze arboree e i frutti delle Dolomiti.
Una mostra permanente di architettura contemporanea
In questo racconto non può mancare l’illustrazione delle architetture di legno e pietra che caratterizzano la maggior parte delle architetture alpine e che trovano nell’area dolomitica delle realizzazioni di grande interesse, che caratterizzano le diverse culture e vallate.
Una continua e ricca variazione sul tema dell’abitare in alta quota, rielaborando fienili, stalle e abitazioni.
Nei due borghi gli architetti contemporanei affrontano di nuovo il tema del abitare, con l’unico vincolo di usare solo i materiali della tradizione: pietra e legno.
I borghi diventano così una palestra dove gli architetti continueranno ad esercitarsi. Aggiungendo, modificando, reinterpretando.
Il centro benessere
Chi va in montagna e in alta quota cerca soprattutto purezza dell’aria, attività fisica e benessere del corpo.
Non a caso è crescente il successo di luoghi e centri progettati per il benessere, il relax del corpo e della mente. E lo sarà sempre di più. Per questo il borgo sud, tra gli alberi, a 1500 metri di quota, con vista sul Pelmo e il Civetta è un luogo ideale per realizzare un centro benessere.
Grotte d’acqua e vasche con diverse temperature e salinità ci accompagnano verso tre grandi piscine che galleggiano sulle radici degli alberi e si affacciano a sud, verso le cime montuose di Zoldo.
Dormire tra le vette
Non c’è niente di più bello che svegliarsi immersi nell’atmosfera ovattata di una nevicata, oppure fermarsi a sorseggiare una bevanda calda guardando le pareti infuocate dal sole di una montagna dolomitica. Sono queste semplici emozioni che rimangono impresse nella mente.
Non dobbiamo perciò più limitarci a progettare un letto e due comodini o un corridoio noioso e ripetitivo. Dobbiamo all’opposto far sì che dormire tra le vette sia sempre un’immersione nella natura, garantendo nel contempo il massimo di efficienza e funzionalità. I corridoi ad esempio devono sparire ed essere sostituiti da percorsi aerei in quota, che ci permettono di camminare tra le chiome degli abeti e dei larici, per raggiungere la nostra suite, che si affaccia con un’enorme vetrata sul paesaggio circostante. Progettando le camere come cellule, nidi che si incuneano tra gli alberi, permettendoci di vedere nel contempo le vette.