A Policarbonate Riverbank
Un centro sportivo in forma di argine a Pieve di Soligo
E’ l’anno 2007. Il più noto abitante di Pieve di Soligo, il poeta e scrittore Andrea Zanzotto, più volte candidato al premio Nobel, interviene indignato su quotidiani nazionali con articoli sulla distruzione del paesaggio collinare del Veneto che attornia Pieve di Soligo, un centro di dodicimila abitanti posto tra l’invaso del Piave e le prime pendici montuose, a cavallo del fiume omonimo, il Soligo.
L’irritazione aumenta quando l’amministrazione decide di costruire un centro sportivo e un palazzetto dello sport sul bordo del fiume, all’interno dell’argine che delimita il pala alveo del Soligo. Un progetto infelice e autoreferenziale che, come spesso succede con gli edifici sportivi, appare del tutto indifferente ai temi e ai valori del paesaggio circostante.
Zanzotto intraprende così una “battaglia per salvare quel piccolo pezzo di terreno, oltretutto di golena antica” dove il fiume Soligo “gira, serpeggia e più in giù scava vari e propri canyon”. Il tutto con una tale passione che lo stesso governatore del Veneto Giancarlo Galan si schiera dalla sua parte assieme al sindaco impegnandosi “perché il palasport sia di maggiore qualità nell’espressione architettonica e nel rapporto con il con il contesto ambientale”.
Vengo così contattato, confidando credo nella mia attitudine a “progettare luoghi”.
Spendiamo molti sopralluoghi per capire e studiare il luogo e il fiume Soligo, che è l’unico segno, l’unica traccia in grado di tenere insieme periferia, centro storico e paesaggio circostante. Il fiume diventa perciò attore principale del progetto con un “argine verde” che ne delimita l’alveo. Un “argine abitato”, un’architettura orizzontale semplice, chiara, unificante, capace di tenere insieme la frantumazione dell’edilizia circostante.
Un’unica facciata di policarbonato di quasi duecento metri e alta tredici. Uno “schermo gigante” che riflette i profili delle colline circostanti e all’imbrunire diventa, una “lampada urbana”, una parete traslucida che si spezza e articola fino a formare spazi a servizio degli sportivi e di tutti gli abitanti.
Il nuovo complesso sportivo può così diventare un punto di riferimento per tutto il territorio, l’occasione per valorizzare l’intero fiume, con un percorso pedonale e con passerelle sull’acqua, che in pochi minuti consentono di raggiunge il centro storico.
Un “parco sportivo” a cui associare un “parco letterario” intitolato ad Andrea Zanzotto, in grado di dare un po’ di ordine al tessuto disordinato della periferia urbana.