An “Urban” Hospital in Verona
Riuso e ristrutturazione del complesso edilizio dell’Ospedale Civile Maggiore di Verona
Il fiume Adige delimita il quartiere di Borgo Trento su tre versanti, lasciando alle colline e alle montagne il lato nord. Il quartiere è organizzato su una maglia di viali alberati, piazze, slarghi e giardini che racchiudono un’edilizia a bassa densità di limitata altezza. In analogia con il quartiere, l’impianto originario dell’ospedale è concepito come un insieme di padiglioni immersi nel verde strutturato su strade e percorsi alberati. Il progetto non impone nuove direttrici al quartiere ma prende spunto dal “paesaggio urbano” di Borgo Trento proponendone una rilettura. Il fiume diventa il fronte del nuovo ospedale: una “quinta” scenografica, dove si sovrappongono coni e direttrici visive.
La lettura dei caratteri morfologici e paesaggistici ha suggerito un progetto concepito, non come un’operazione di sostituzione di edifici vecchi con edifici nuovi, ma come un complesso edilizio articolato che innerva l’ospedale esistente e si integra alla città e al luogo. Il piano terreno dell’ospedale è concepito come un piano libero: un grande giardino attraversato da una rete di percorsi che collegano le funzioni e le attività ospedaliere. Le aree verdi hanno una doppia valenza: esse sono usate come luogo di sosta e riposo per i pazienti e come giardino pubblico urbano “cuore” del futuro impianto.